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Aggiornamento sulla pedofilia nella Chiesa

Bruno Mastroianni // Documentazione.info // http://www.documentazione.info/article.php?id=1111&idsez=41

I NUMERI: QUANTI SONO I CASI DI ABUSO?

La conta degli effettivi di casi di pedofilia da parte degli ecclesiastici non serve per sminuire il fenomeno, ma per capirlo nelle sue giuste dimensioni.

USA: Secondo lo studio del 2004 del John Jay College of Criminal Justice (link) i sacerdoti accusati di relazioni sessuali con i minori sono dal 1950 al 2002 circa 4.392. Massimo Introvigne in un articolo sull’Avvenire ha fatto notare che di questi, quelli accusati di effettiva pedofilia sono 958. I condannati in tutto 54, poco più di uno all’anno (i sacerdoti e i religiosi negli Stati Uniti sono circa 109.000). Per avere una misura di paragone nello stesso periodo negli USA, sono state 6.000 le condanne relative a professori di ginnastica e allenatori giudicati colpevoli dello stesso reato dai tribunali statunitensi. Il fenomeno oggi negli USA è drasticamente ridotto: uno studio commissionato dall Conferenza Episcopale Nord Americana (link) dichiara che nel 2009 sono in esame solo 6 casi sospetti, su 109.000 sacerdoti. Il periodico Newsweek (link) ha registrato che le compagnie di assicurazione americane non fanno pagare un premio maggiore per assicurare contro gli abusi nelle istituzioni cattoliche: stando ai dati non c’è un maggiore rischio.

Germania: in un articolo del Giornale, Andrea Tornielli, riporta che in Germania dal 1995 sono stati denunciati 210mila casi di reati contro minori, i casi sospetti avvenuti nell’ambito della Chiesa cattolica sono 94 (1 su 2000).

Irlanda: il Rapporto Ryan del 2009 (link) ha registrato le testimonianze di casi di violenze (non solo sessuali ma soprattutto fisiche e psicologiche) nel sistema scolastico dell’isola dal 1914 al 2000, riscontrando 381 persone che hanno dichiarato di aver subito abusi sessuali da parte di personale scolastico, visitatori, alunni più grandi e solo in piccola parte da chierici. Il Rapporto Murphy (link) sulla diocesi di Dublino ha registrato dal 1974 al 2009 le testimonianze di 440 persone che accusano sacerdoti.

Malta: secondo i dati forniti da una Commissione istituita ad hoc (link) dagli anni ’70 ad oggi sono stati accusati 45 sacerdoti. In 19 casi le accuse sono state respinte perché infondate, 13 casi sono ancora da esaminare e 13 sono sotto processo. Di questi ultimi 4 son stati condannati, 7 devono essere ancora ascoltati dalla Santa Sede e 2 sono deceduti.

Congregazione dottrina della fede: Mons. Scicluna, della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un’intervista ha dichiarato che dal 2001 al 2010, la Congregazione si è occupata di circa 3000 casi di sacerdoti diocesani e religiosi che riguardano delitti commessi negli ultimi cinquanta anni. Solo nel 10 per cento dei casi si tratta di atti di pedofilia, quindi circa 300 in tutto il mondo. Il numero complessivo di sacerdoti diocesani e religiosi nel mondo è di 400 mila.

DOCUMENTI E DISPOSIZIONI ESPLICITE

Nei discorsi sulla pedofilia si tirano in ballo alcuni documenti dando l’informazione errata che conterrebbero istruzioni per la copertura dei casi di pedofilia. In realtà tutti i documenti sono ufficiali e pubblici, e l’atteggiamento di condanna agli abusi è chiaro e forte. Le incomprensioni nascono da cattive traduzioni e imprecisioni dovute al fatto che i documenti sono redatti in latino e non vi erano fino a poco tempo fa traduzioni ufficiali in altre lingue.

Il primo è l’istruzione “Crimen sollicitationis” (testo latino) un testo del 1922 riedito da un Giovanni XXXIII nel 1962 che si occupa del reato di istigazione a cose turpi da parte dei confessori. Il documento, che tratta principalmente di altri abusi, fa un riferimento anche alla pedofilia chiamandola crimen pessimum. Nel documento è esplicito l’obbligo di denunciare i crimini (traduzione in italiano non ufficiale dei passi più espliciti).

Il secondo è il “De delictis gravioribus” (testo latinoin italiano) firmato da Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone nel 2001, fu redatto per dare corso al motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela”(testo latino, in italiano) di Papa Giovanni Paolo II che, proprio per evitare insabbiamenti e pasticci locali, assegna la competenza in materia di pedofilia alla Congregazione per la dottrina della fede.

La conferma di tutto ciò l’hanno data anche le Linee guida che seguirono l’istruzione: informare la Santa Sede, seguire le disposizioni della giustizia civile, allontanare il sospetto dalle attività pastorali.

Se ci sono stati insabbiamenti e omissioni, essi si devono a una mancanza di fedeltà alle disposizione del Papa e del Magistero.

L’AZIONE DI BENEDETTO XVI

Papa Benedetto XVI, prima come Prefetto della Dottrina della Fede poi come Papa è, senza dubbio colui che più si è impegnato a correggere questa piaga nella Chiesa. Da leggere la recente Lettera ai cattolici irlandesi. In essa c’è una chiara condanna del fenomeno e un forte invito ai vescovi a prendersi le proprie responsabilità per riparare e far sì che non accada in futuro. Stessa chiarezza e determinazione che il Papa ha mostrato durante il suo viaggio negli USA (qui una rassegna dei suoi interventi sulla pedofilia) e in Australia (qui una rassegna dei suoi interventi).

I CASI DI CUI SI E’ PARLATO SUI MEDIA

Finora sulla stampa sono stati tirati in ballo alcuni casi di pedofilia che in qualche modo sembrano toccare il Pontefice. Ognuno, visto da vicino, dimostra da parte di Ratzinger una condotta limpida e cristallina:

1. Padre Murphy a Milwakee: è il caso di un sacerdote macchiatosi di reati di pedofilia negli anni ’70. Le carte dicono che la Congregazione per la Dottrina della Fede (di cui era prefetto allora Ratzinger) fu consultata 20 anni dopo i fatti per una accusa di crimine di sollecitazione (e non per gli abusi). La Congregazione invitò a tenere il sacerdote comunque alla larga dalle attività pastorali nonostante fossero passati così tanti anni senza evidenze di altri crimini e nonostante la stessa giustizia civile aveva archiviato il caso (qui la spiegazione completa).

2. Padre Kiesle a Oakland: è il caso di una lettera del 1985 in cui il Card. Ratzinger invita a non concedere in fretta la dispensa dal celibato a un sacerdote accusato di pedofilia e già sotto processo per l’espulsione dal sacerdozio. Alcuni media hanno confuso le due cose: la dispensa dal celibato (che è una concessione) dall’espulsione dal sacerdozio che è una pena (qui la spiegazione completa).

3. Padre H nella arcidiocesi di Monaco e Frisinga: un pedofilo trasferito nella diocesi all’epoca in cui Ratzinger era arcivescovo. Il caso risale al 1980. È emerso nel 1985 ed è stato giudicato da un tribunale tedesco nel 1986. Il cardinale Ratzinger era estraneo alla vicenda come ha ammesso il suo vicario dell’epoca (qui la spiegazione).

4. Il fratello del Papa: è sembrato che due casi di abuso avvenuti a Ratisbona intorno al ’58 che è sembrato toccassero il fratello del Papa. In realtà i casi sono entrambi noti, giuridicamente chiusi e riguardanti un periodo diverso dalla direzione del coro da parte di Georg Ratzinger dal 1964 al 1994 (vedere già citato articolo di Tornielli che spiega i due casi).

IL CELIBATO NON C’ENTRA CON LA PEDOFILIA

Si è sentito anche parlare di un nesso tra pedofilia e celibato. Lo psichiatra Manfred Lutz, uno dei maggiori esperti del tema, in una recente intervista ha spiegato come questo nesso non ci sia affatto, anzi, gli esperti affermano che chi vive l’astinenza sessuale è meno a rischio di commettere abusi rispetto a chi è sposato. Nel già citato articolo di Introvigne si riportano gli studi di Jerkins che hanno registrato come i casi di pedofilia siano presenti in misura maggiore tra le diverse denominazioni protestanti ove i pastori possono contrarre matrimonio. Anche il dato già citato dei 6.000 casi di abuso negli Stati Uniti nello stesso periodo di quelli ecclesiastici sono ad opera in maggioranza di persone sposate. Insomma un nesso tra celibato e pedofilia non sembra esserci.

La crisis de la pederastia en la Iglesia en 1.001 palabras

Los cargos

 

New York Times (NYT) publica (12/3/10) que en 1980 la archidiócesis de Múnich y Freising, siendo Joseph Ratzinger obispo, acogió y finalmente reincorporó a un sacerdote acusado de abusar sexualmente de niños. El cura perpetró más tarde nuevos abusos y fue procesado. Como se ha demostrado después, quien tomó la decisión de readmisión no fue Ratzinger sino el vicario general: la reasignación tuvo lugar en septiembre de 1982, cuando Ratzinger ya estaba en Roma .

Por las mismas fechas (5/03/10) se intenta implicar al hermano de Ratzinger, pero la acusación no se sostiene.

La respuesta de Benedicto XVI

Benedicto XVI (19/03/10) escribe una carta a los católicos de Irlanda [inglés, castellano] sobre los abusos a niños y jóvenes por parte de clérigos, destapados por los informes Murphy (julio 2009) y Ryan (mayo 2009). Irlanda es el segundo país tras Estados Unidos donde se investiga a fondo.

En la misiva, Benedicto XVI apunta 8 causas de este desastre: 1) inadecuada respuesta a la secularización, 2) descuido de prácticas sacramentales y devocionales (confesión frecuente, oración diaria y retiros anuales), 3) tendencia a adoptar formas de pensamiento y juicio sin referencia suficiente al Evangelio; 4) tendencia a evitar enfoques penales de las situaciones canónicamente irregulares; 5) procedimientos inadecuados para determinar la idoneidad de los candidatos al sacerdocio y a la vida religiosa; 6) insuficiente formación humana, moral, intelectual y espiritual en los seminarios y noviciados; 7) tendencia social a favorecer el clero y otras figuras de autoridad y 8 ) preocupación fuera de lugar por el buen nombre de la Iglesia y para evitar escándalos.

A las víctimas dice: “Habéis sufrido inmensamente y eso me apesadumbra en verdad. Sé que nada puede borrar el mal que habéis soportado. (…)  Es comprensible que os resulte difícil perdonar o reconciliaros con la Iglesia. En su nombre, expreso abiertamente la vergüenza y el remordimiento que sentimos todos. Al mismo tiempo, os pido que no perdáis la esperanza”. A los sacerdotes y religiosos que han abusado de niños: “Debéis responder de ello ante Dios todopoderoso y ante los tribunales debidamente constituidos”. A los obispos: “No se puede negar que algunos de vosotros y de vuestros predecesores habéis fallado, a veces gravemente, a la hora de aplicar las normas, codificadas desde hace largo tiempo, del derecho canónico sobre los delitos de abusos de niños. Se han cometido graves errores en la respuesta a las acusaciones”.

Benedicto XVI propone cinco medidas: 1) un año de penitencia, 2) redescubrir el sacramento de la Reconciliación (la confesión), 3) fomentar la adoración eucarística; 4) una Visita Apostólica (una inspección) en algunas diócesis, seminarios y congregaciones religiosas; 5) una misión para todos los obispos, sacerdotes y religiosos. En otras palabras: hacer limpieza.

Más cargos aún

El 24/03/10, NYT apunta directamente a Benedicto XVI como responsable de un caso, cuando era todavía cardenal: el de Lawrence Murphy, que abusó de niños sordos en los 70 en Milwaukee y no fue condenado ni por la justicia ordinaria ni por el arzobispado. Como se ha visto después, la falta de diligencia en el castigo del malhechor fue culpa del propio arzobispado local: el caso no llegó al Vaticano hasta los 90. El sesgo de la noticia periodística puede explicarse por errores de traducción y porque el artículo bebe de dos fuentes: los abogados que han denunciado al Arzobispado (uno de ellos, Jeffrey Anderson, tiene litigio abierto contra la Santa Sede) y el arzobispo retirado de Milwaukee Rembert Weakland, en activo cuando sucedió todo.

El 2/2/10 Associated Press lanzó otra acusación contra Benedicto XVI, cuya pruebas se demostraron falsas. El 9/4/10 volvió a la carga NYT con más acusaciones, con igual suerte.

En resumen, las acusaciones contra la Iglesia son tres: 1) algunos sacerdotes católicos abusaron de niños, 2) muchos obispos lo ocultaron, y 3) Benedicto XVI es personalmente responsable. Con datos en la mano, el n. 1 es lamentablemente cierto en una ínfima minoría del colectivo; n. 2 se afirma en determinados prelados y n. 3 es rotundamente falso.

Las consecuencias

Algunos piden juzgar al Papa por encubrimiento, y aprovechan para suspender al catolicismo en su conjunto. Otros de funesto recuerdo ya habían intentado, tiempo atrás usar los delitos de unos pocos para desacreditar a toda la institución. Algunos abogados intentan sacar provecho. No han faltado voces amigas del Papa desde el judaísmo, desde el agnosticismo y, en general, desde ambientes intelectuales.

El Vaticano ha puesto sobre la mesa la información que tiene. Tal ejercicio de transparencia ha llegado al extremo de que el fiscal del Vaticano hable sobre los casos de abusos en una documentada entrevista. La Santa Sede ha publicado los reglamentos por los cuales se juzgan estos casos y abundante documentación.

Dentro de la Iglesia, ha habido partidarios de la ruptura y partidarios de la renovación. Ruptura: 1) algunas voces reclaman una revisión del celibato y de la moral católica, aunque expertos y opinadores incluso no católicos han denunciado con datos la inexistencia de tal vinculación causa-efecto. 2) exponentes antirromanos de cierta edad han reclamado la dimisión del Papa o una reforma.

Renovación: muchos han aplaudido el posicionamiento de Benedicto XVI de tolerancia cero, petición de perdón y penitencia y conversión. Muchos católicos han salido de la perplejidad buscando la verdad de los hechos. La operación limpieza iniciada años atrás ha retomado impulso: desde la carta a Irlanda han dimitido dos obispos irlandeses, un americano, un alemán, un noruego y un belga. El liderazgo interno de Benedicto XVI es mayor ahora: se percibe Benedicto XVI como parte de la solución, y no parte del problema.

Además de la Iglesia, pocos han priorizado la protección de las víctimas y las medidas para acabar con la pederastia. Es una lástima, tanto más cuando se constata que es un problema transversal: afecta más gravemente a muchos otros colectivos sociales. Países como Alemania, ya lo afrontan globalmente. Algunos articulistas han apuntado a la culpa que en la extensión del fenómeno haya podido tener la revolución sexual de los sesenta y su simpatía declarada hacia la pedofilia.

Marc Argemí

http://twitter.com/marcargemi

 

Campaña orquestada

“La diócesis de Múnich tenía más de 200 empleados a sueldo y dedicación completa. Recuerdo que en una ocasión (a principios de 1981), en un viaje mío breve a Baviera, solicité audiencia con el cardenal, alegando mi amistad con él, y que uno de sus secretarios se negó a concedérmela antes de seis meses. A la vista de lo cual, llamé a su hermana María... y a aquella misma noche estaba cenando en su casa.”

Josep-Ignasi Saranyana // El Periódico de Cataluña

http://www.elperiodico.com/default.asp?idpublicacio_PK=46&idioma=CAS&idtipusrecurs_PK=7&idnoticia_PK=699718

“La diòcesi de Munic tenia més de 200 empleats a sou i dedicació completa. Recordo que en una ocasió (a principis del 1981), en un viatge meu breu a Baviera, vaig sol·licitar audiència amb el cardenal, al·legant la meva amistat amb ell, i un dels seus secretaris es va negar a concedir-me-la abans de sis mesos. En vista d’això, vaig trucar a la seva germana María... i aquella mateixa nit estava sopant a casa seva.”

Josep-Ignasi Saranyana // El Periòdico de Catalunya

http://www.elperiodico.com/default.asp?idpublicacio_PK=46&idioma=CAT&idtipusrecurs_PK=7&idnoticia_PK=699718